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Scaletta di giovedì 7 ottobre 2010

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Grinderman "Mickey Mouse & The Goodbye Man"
The Jim Jones Revue "High Horse"
Sleepy Sun "Marina"
Bob Dylan "Rhythms Del Mundo"
Villagers "That Day"
Hjaltalin "Suitcase Man"

Sufjan Stevens Intervista e Anteprima
Sufjan Stevens "Too Much"
Sufjan Stevens "Chicago"
Sufjan Stevens "Get Real Get Right"
Sufjan Stevens "The Age Of Adz"
Sufjan Stevens "I Want To Be Well"
Sufjan Stevens "Vesuvius"
Sufjan Stevens "The Eraser"
Sufjan Stevens "I Walked"







                Sufjan Stevens
          
Intervista e Anteprima 
              “The Age Of Adz” 
 
Da Lunedì 4 a Giovedì 7 Ottobre 2010     

Da lunedì 4 ottobre l’apertura di Moby è dedicata all’anteprima del nuovo disco del geniale musicista americano Sufjan Stevens, “The Age of Adz” (in uscita il 12 ottobre). Giovedì 7 ottobre, in chiusura, uno speciale con l’intervista in esclusiva. 
Sufjan Stevens, trentacinquenne polistrumentista e cantautore del Michigan, è considerato un prodigio della composizione pop e dell’arrangiamento con la sua straordinaria mistura di folk, tessiture orchestrali, musica colta, jazz. Inizia la carriera come componente dei Marzuki, una folk band di Holland, studia la chitarra, il pianoforte, l’oboe e impara pian piano a suonare una moltitudine di strumenti, dalle ance ai fiati. Nel 2000 esordisce con l'album “A Sun Came”, poi si trasferisce a New York dove pubblica il disco elettronico “Enjoy Your Rabbit”, dedicato agli animali dell'oroscopo cinese. Nel 2003 è la volta di “Greetings from Michigan: The Great Lake State”, dedicato al suo paese natale e primo disco di un progetto ambizioso, quello di pubblicare un album per ognuno dei 50 Stati americani. L’anno dopo arriva “Seven Swans”, una raccolta di vecchi pezzi folk acustici composti durante l'adolescenza, mentre il capolavoro è del 2005; “Come on Feel the Illinoise”, uno dei dischi chiave del decennio (la canzone “Chicago” gira il mondo assieme al film “Little Miss Sunshine”). Dopo quella pietra miliare arriveranno la raccolta di outtakes “The Avalanche”, un quadruplo dedicato al Natale, un disco strumentale e finalmente i nuovi capitoli. Prima l’ep “All Delightly People” poi questo “The Age of Adz”. Disco difficile, che deluderà gli amanti dello Stevens acustico. Sintetico, carico di batterie elettroniche, di tastiere, di chitarre elettriche, ma anche di ottoni, archi, legni, cori, questo disco è un appassionato viaggio visionario ben più esplicito dei precedenti dove si parla con disarmante candore di panico, amore, sesso, morte, malattia, paranoie, ansia, suicidio, scenari apocalittici. Un’apocalisse ispirata all’arte di Royal Robertson (1930 –1997), afroamericano della Luisiana malato di schizofrenia che si autoproclamò profeta e disegnò mostri, alieni e scenari futuribili mescolando la numerologia alle citazioni bibliche, le mitologie nordiche ai fumetti.                   
     

Riascolta la puntata                 
                     


 

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