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Le scalette 2012

Scaletta di lunedì 16 gennaio 2012

PEOPLE ARE STRANGE

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    The Strokes "Someday"The Doors
    The White Stripes "Jolene"
    Talk Talk "Living In Another World"
    The Kinks "Animals In The Zoo"
    The Doors "Break On Through"
    The Doors "Crystal Ship"
    The Smiths "This Charming Man"
    The Stranglers "No More Heroes"
    Girls "Myma"
    Decemberist "O Valencia!"
    Tinariwen "Tenere Taqqim Tossam"
    Muddy Waters "I'm A King Bee"
    Little Annie "It Was A Very Good Year"
    Antony & The Johnsons "For Today I'm A Boy"

     

    MOBY DISK

               

    Liz Green "Hey Joe"

     

          

     

     

        

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    LIZ GREEN
    O, Devotion



    E' lungo il silenzio che separa il Glastonbury del 2007, quando ventiquattrenne vinse il concorso come miglior talento emergente, e questo esordio che arriva sul finire del 2011, buono per cominciare bene il 2012. Ma questo silenzio non ha fatto perdere un grammo della bellezza vocale di Liz Green, (ora) quasi trentenne di Wirral, Merseyside. Una voce che viste le coordinate geografiche UK ti aspetteresti angelica, sottile, tutta al servizio di un folk rigoroso dalle tinte bianche. Tutt'altro: la voce baritonale di Liz è quanto di più vicino alla negritudine si possa immaginare in un contesto che, comunque, rimane folk, seppure alla larga.

    Dovessimo dire in poche parole, diremmo che le sue canzoni colpiscono per la scarna semplicità, nonostante voce e chitarra siano accompagnate spesso da trombone, tuba, contrabbasso, kazoo, tromba per un'atmosfera lievemente jazzata che ricorda Tom Waits e l'ottima Anais Mitchell di Hadestown. Ma è dalla collezione di mixtapes e vinili del padre che arriva l'ispirazione: Elton John, Rolling Stones e, soprattutto, Dylan e Karen Dalton. Colpisce il piglio sicuro con cui sciorina blues in clash vaudeville (Midnight blues), con una vena ironica che ritorna anche nella pianistica French Singer, una quasi-talking Gallows solenne e grave come un racconto biblico in una notte attorno al fuoco.

    Una voce non canonica, lontana dallo stereotipo della folksinger che sta imperversando in questi ultimi anni, ma che appartiene a un'artista dalla personalità spiccata, qui esaltata dal suono analogico registrato ai Toe Rag Studios di Londra e che trova espressione in testi tutt'altro che banali.

     

    (Fonte www.sentireascoltare.com)

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