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Le scalette 2012

Scaletta di lunedì 3 dicembre 2012

RODRIGO D'ERASMO E PINO MARINO + SETTIMANA TARM

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    Adamski "Killer"
    Tre Allegri Ragazzi Morti "Come Mi Guardi Tu"
    Tinariwen "Tenere Taqqim Tossam"
    Nick Cave & The Bad Seeds "We No Who UR"
    Radiohead "Weird Fishes/Arpeggi"
    Shannon Wright & Yann Tiersen "While You Sleep"
    Rodrigo D'Erasmo & R. Angelini "Cello Song"
    Pino Marino "Non Ho Lavoro"
    Afterhours "Riprendere Berlino"
    Roberto Dell'Era "Il Tema Di Tim E Tom"
    Killers "I Feel It In My Bones "
    Tre Allegri Ragazzi Morti "I Cacciatori"
        
       
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    Moby Dick

    Tre Allegri Ragazzi Morti

    “Nel giardino dei fantasmi”

    In anteprima dal 3 al 6 dicembre 2012

    Radio2

     

    ore 21.00 Moby Dick, la balena musicale di Radio2, presenta dal 3 dicembre in anteprima il nuovo disco dei Tre Allegri Ragazzi Morti  “Nel giardino dei fantasmi” è il settimo album della band di Pordenone e segue il fortunato “Primitivi del futuro”, noto ai più come il "disco reggae". È un disco folk, o etnico, così lo definiscono loro stessi. Un disco etnico, ma di un'etnia immaginaria. Il risultato si avvicina in qualche modo alla ritmica dei Violent Femmes (il loro celebre primo album è stato uno dei riferimenti di partenza), ma anche ad un certo tipo di musica africana come quella di Fela Kuti, dalle chitarre naïf di Toffolo alle architetture caraibiche al blues. I Tre allegri ragazzi morti sono: Luca Masseroni alla batteria e percussioni, Enrico Molteni al basso elettrico e acustico e Davide Toffolo alle chitarre elettriche e acustiche, oltre che alla voce. Il nuovo disco offre anche un approccio a strumenti non ancora frequentati dal trio, come il mandolino, l'ukulele, il balafon, i cucchiai ed il cajon. L’8 dicembre inizia il loro tour da Marghera. Toffolo è anche autore di graphic novel, tra cui una su “Pasolini”, un libro, come lui spiega “immaginato come un viaggio nella parola e nell'eredità di uno scrittore. Pasolini è potente non per le verità che ha raggiunto, ma per il metodo, sempre critico nei confronti della realtà. Forse – conclude l'autore – è il momento di fare i conti con il fatto che, a più di 30 anni dalla sua morte, la persistenza di questa voce angelica è presente come un fantasma a segnare la differenza fra noi e la nostra storia”.

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